L’incontro tra i ragazzi della Nettuno e la compagine rossonera del Catalunya Rossi, inizialmente prevista per la serata di sabato, viene posticipata al tardo mattino della domenica.
La felice scelta consente ai ragazzi di disputare il match accompagnati da un tiepido sole che, dopo le piogge recenti, porta in tutti buon umore e allegria.
Per affrontare i padroni di casa della Nettuno, oggi sul manto sintetico del campo “grande”, il mister si affida ad un gruppo di 11 giocatori.
Alle mani sapienti di Saracinesca (Francesca) il compito di mantenere inviolata la porta.
Sulla linea difensiva Sicurezza (Francesco), The stranger (Matteo) e “Maledetto” -nessuno si allarmi, poi vedremo il perché- (Antonio).
In mezzo al campo Braveheart (Gabriele) e Sostanza (Giulio); sulle fasce il duo Fast & Furious (Andrea e Lelle) ed il Poeta (Ivan). In attacco i professionisti del gol Terminator (Emanuele) e il Puma (Elia), realizzatore di una doppietta nell’incontro del sabato.
La Triade della panchina (Gabriele, Gavino, Giuseppe) gode poi del sostegno e della presenza del “responsabile” Massimo, oggi nelle vesti di fotoreporter.
Con una fotocamera a bordo campo si sa che ogni occasione può essere buona per divenire il “soggetto protagonista” di uno scatto, ed allora anche in panca gli atteggiamenti da divo della moda si sprecano, soprattutto con il Mister che guida la squadra sempre in posa tenendo le mani in tasca ed offrendo a favore di obiettivo il suo profilo migliore (quale?).
Per fortuna che i ragazzi hanno svolto il compito da modelli prima del fischio d’inizio e quindi hanno da pensare solo alla partita.
Abbandonate le facezie pensiamo dunque alla cronaca del match.
Così come accaduto nell’incontro precedente, i ragazzi rossoneri si rendono protagonisti di una partenza sprint. Già al primo minuto siglano il gol del vantaggio con una conclusione mancina che sarebbe straordinaria (nel senso proprio del “fuori dall’ordinario”) per chiunque ma non per Emanuele che ha nel DNA i geni del bomber.
Però ancora “così come accaduto nell’incontro precedente” il gioco dopo il gol non è espressione delle reali potenzialità del gruppo.
In un campo tracciato lungo ma stretto, i ragazzi non riescono a trovare bene le posizioni e le misure dei passaggi. L’acqua caduta nella notte rende poi la palla sfuggente ed è complicatissimo trovare il giusto timing per gli interventi in controllo della sfera.
Ne conseguono alcuni minuti di gioco in cui la squadra mantiene il predominio del gioco, non corre grossissimi pericoli ma al contempo è poco incisiva in attacco.
Ci provano ancora Emanuele ed Elia, ci prova Gabriele con una bordata delle sue, ma ad andare più vicino di tutti al raddoppio è lo Straniero.
Ottenuto il via libera dal mister, si butta in avanti per sfruttare un angolo a favore. Dalla lunetta Andrea pennella al centro, l’estremo avversario si allunga a deviare la palla e Matteo si produce in una estirada volante che però lo porta ad un impatto non perfetto con palla che vola 2 dita sopra la traversa. Peccato!!!
Ci si avvicina alla fine del tempo con la situazione sotto controllo ma un punteggio non rassicurante, ma un fallo subito da Ivan al limite dell’area può diventare l’occasione buona per il raddoppio.
Tra i tanti che si candidano a battere la punizione il mister decide di affidare il compito ad Antonio.
La mattonella è quella buona. Un consiglio del mister sulla posizione di partenza e tutto è pronto. Qualche passo di rincorsa e la gamba dopo uno slancio all’indietro parte come una frusta. Il piede ruota e sembra voler imprimere alla palla una rotazione tale da alzarla e indirizzarla verso il sette. Potrebbe essere una “maledetta” alla Pirlo, ma Antonio non copia. Antonio crea.
Mentre tutti già alzano lo sguardo per cercare la palla, all’ultimo istante Antonio effettua una contro-rotazione della caviglia con un tocco, “il maledetto” alla Antonio, che fa filtrare la palla tra le gambe degli avversari increduli e si va ad insaccare nell’angolo.
E’ il 2-0 e chi pensa che la visione dei fatti da parte del cronista sia un po’ distorta non capisce niente di calcio.
Si va alla pausa e ci si prepara per un secondo tempo per il quale si spera in un gioco più gradevole.
L’attesa è subito ripagata.
Liberi da qualsiasi peso i Catalunya Boys iniziano a giocare come sanno. Gli applausi di incitamento del primo tempo si trasformano in applausi di approvazione. La palla gira come deve, con la giusta velocità ed alla ricerca dell’uomo nello spazio. Fioccano le occasioni ed arrivano anche altri 5 gol.
Il primo (quello del 3-0) lo realizza Ivan ed è un gol tutt’altro che banale.
Sull’esterno destro della linea mediana Andrea sfugge a due avversari e lascia partire un fendente a cui solo il palo sa dire di no. La palla schizza radente verso la metà campo sinistra dove Ivan senza timore la calcia di prima. Il rischio è vedere la palla finire tra i panni stesi dei palazzi che fiancheggiano il campo, ma l’impatto è a dir poco perfetto, è un tiro alla Ivan in cui stile e potenza si tramutano in un collo-pieno che spaventa il portiere avversario. E’ poesia per gli occhi dei tifosi.
Non contento, il nostro poeta realizza anche la quarta segnatura con un’altra conclusione mancina, questa volta da posizione più angolata.
Con la partita in cassaforte si cerca anche la giocata individuale con Elia che, nello stretto dell’area di rigore, prova a saltare quattro avversari ma all’ultimo viene fermato da un intervento alla disperata.
Non mancano anche momenti di ilarità quando inizia il minuto del “vai col liscio” in cui alcune occasioni vengono sprecate perché i nostri avanti mancano clamorosamente l’impatto con la palla.
A chiudere definitivamente i conti arrivano altre 3 segnature.
Emanuele con un sinistro dalla distanza lascia di stucco il pur bravo portiere avversario.
Andrea, con la complicità di un intelligente velo di Elia, trasforma in rete un calcio piazzato dalla “sua” metà campo.
Infine Ivan realizza il gol della tripletta che, purtroppo per lui solo simbolicamente, “vale un pallone”. Intervenendo su una corta respinta della difesa prima mette a sedere il portiere poi lo trafigge con un tocco di destro.
La partita termina con la vittoria dei ragazzi che ricevono tanti meritati applausi.
Meritati non per la vittoria (mai legare il giudizio sulla prestazione al risultato del campo) ma per il gioco espresso, per la volontà di essere una squadra in cui vige il motto “dumasiano” del tutti per uno e per l’impegno profuso.
Per terminare una citazione è d’obbligo anche per gli altri bambini poco citati nella cronaca, ad iniziare da una Francesca poco impegnata ma sempre sicura e puntuale nei momenti in cui è stata chiamata in causa. Nota di merito anche per Francesco, sempre puntuale e attento nelle chiusure quanto propositivo nelle azioni di attacco. L’augurio è che presto possa trovare la gioia del gol spesso sfiorato.
C’è poi Giulio che è diventato un trattore inarrestabile, un guerriero indomabile; interpreta i lividi alle caviglie non come ricordi dolorosi ma quali medaglie al valore conquistate sul campo.
Lelle è per la squadra ciò che il peperoncino è per un “aglio e olio”, senza lui non c’è gusto. Vederlo in campo trasmette sempre allegria. Nel suo calcio c’è la gioia della giocata, il brivido dell’imprevisto.
Per ultimo Cuore Indomabile Gabriele. Ha la grande generosità che lo porta ad impersonificare l’altra parte del motto succitato. Lui è sempre stato, è e sarà sempre “uno per tutti”.
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