Flussiese – Catalunya Rossi > 1 – 4

Clamoroso e repentino cambio di programmazione nel palinsesto di Italia Uno.
Questa sera, in una puntata specialissima, i presentatori Marco Berrì ed Enrico Ruggeri dedicheranno 3 ore ininterrotte di trasmissione al nuovo Mistero che avvolge di fitta nebbia la trasferta in quel di Flussio del clan giallorossonero, ed in particolare dei piccoli atleti.

Ancora non si ha nessuna certezza dell’accaduto. Alcune voci incontrollate e prive di ogni fondamento parlano di rapimento alieno, altre di attraversamento di un gate spazio/temporale che ha proiettato i ragazzi in una realtà parallela.

Dai primi accertamenti scientifici pare, invece, che nell’attraversamento del valico di Capo Marrargiu i viaggiatori abbiano subito una sorta di scomposizione atomico/molecolare che è perdurata fino al raggiungimento della meta del viaggio. Solo allora si è avviato il processo inverso di ricomposizione molecolare che ha restituito la comitiva a sé stessa.
Di tutto ciò che è avvenuto in quella parte di tragitto si è persa memoria, infatti nessuno ricorderà di aver visto Davide annaffiare allegramente il verde urbano bosano e nessuno avrà memoria di spericolate manovre in retromarcia di qualche provetto pilota catalano.

Arrivati al campo, e accolti con il riconosciuto calore dalla amichevole società flussiese, nessuno della truppa sembra essersi reso conto di aver vissuto una esperienza extracorporea. Tutto sembra normale, o almeno non più strano del solito.

Al fischio d’inizio della partita però ci si rende prontamente conto che qualcosa di strano è accaduto e sta ancora accadendo.
Sette scatenati leoni flussiesi si oppongono a 6 zombi rossoneri. Solo 6 perché per fortuna Francesca non ha subito gli effetti del misterioso evento.
Sarà un illustrissimo scienziato, durante la suddetta trasmissione, a spiegare scientificamente come gli effetti della scomposizione abbiano avuto influenza solo sui maschietti mentre Francesca in quanto ragazza, e quindi superiore (sviolinata del cronista per guadagnarsi la benevolenza di tutte le tifose), è rimasta immune da ogni conseguenza.
Ciò che si può dire in poche parole è che la ricomposizione molecolare nei ragazzi è avvenuta con estrema lentezza e con un notevolissimo ritardo di alcune molecole o cellule, in particolare di quelle parti del cervello che pensano, vivono, giocano il calcio; cioè il 90% del cervello dei nostri ragazzi.

Così per oltre 20 minuti gli ultras rossoneri ed il gruppo tecnico in panchina non hanno potuto far altro che assistere attoniti alla “non prestazione” dei nostri ragazzi. Non a caso il commento più gettonato recitava “abbiamo perso i ragazzi in qualche curva lungo il viaggio”.

In questa insolita ma totale abulia rossonera i ragazzi del Flussio trovano già al primo minuto di gioco il gol del vantaggio.
Mentre su un calcio d’angolo i nostri giocano alle belle statuine il n°11 casalingo si fionda sul pallone e batte l’incolpevole Francesca.
Da qui in avanti saranno 19 minuti di totale sofferenza con i ragazzi di casa che provano a sfruttare il momento favorevole e gli ospiti che invece non sarebbero nemmeno in grado di riconoscere sé stessi davanti allo specchio.
Per fortuna che l’ospitalità flussiese ci viene in aiuto e con un buon bicchiere di malvasia anche i tifosi possono annebbiarsi la mente e perdere momentaneamente coscienza di quanto di inatteso ed inopportuno sta avvenendo in campo.

Dopo venti minuti che sembrano essere durati 3 ore arriva la pausa. Il Catalunya è sotto di un gol, ma solo grazie alle parate di Francesca che ha tenuto la squadra in partita.

Il mister capisce che qualcosa di strano sta accadendo e rimproverare i ragazzi può essere solo deleterio e controproducente. Da abile psicologo pronuncia le parole magiche che sembrano risvegliare, in parte, i nostri ragazzi: “da adesso giochiamo a calcio… perchè noi siamo il Catalunya”.

Dopo pochi minuti dall’inizio del riposo i ragazzi sono già schierati in campo ed attendono ansiosamente che il gioco riprenda. Qualcosa nei loro occhi dà segno di un cambiamento in atto.
A guidare la riscossa non saranno le, ancora disperse, cellule del cervello calcistico ma saranno le cellule del più grande muscolo che spinge i ragazzi in ogni loro impresa; sarà una riscossa voluta col cuore.

Ritrovare il cuore vuol dire ritrovare la passione, la gioia e l’amore per quello che si fa. Il cuore riporta la gioia del calcio ed il bel gioco (almeno rispetto a quanto visto sino a quel momento).
E quando parliamo di cuore e di riscossa c’è sempre un nome sopra tutti, il grande condottiero che guida sempre le sue truppe dalla prima linea ed atterrisce gli avversari con il suo ruggito. È il Re Leone Gabriele.

Con un violento sinistro, in cui scarica tutta la frustrazione di una partita nata male, regala il pareggio alla sua squadra. Flussiese 1 – Catalunya 1.

Il gol rende i ragazzi un po’ più tranquilli, ma ancora la partita è tutta da giocare. Ci pensa la terribile ragazzina del Flussio a tenere in allarme la formazione rossonera che viene spaventata da una violenta bordata alla quale però Francesca si oppone con maestria.

È l’ultima fiammata della squadra di casa cha va piano piano ritraendosi sotto gli attacchi rossoneri.
Emanuele diventa sempre più pungente, anche se in azione di contropiede si mangia un gol che il vero Emanuele non avrebbe mai sbagliato.
Ivan gioca finalmente palla a terra e gli scambi con i furetti Andrea (ben tornato!) e Lelle generano sempre azioni pericolose. Matteo (che sente il profumo delle sue terre natie) Francesco e Davide blindano la porta di Francesca.
Gabriele ci regala un altro ruggito. Questa volta è il Catalunya a punire gli avversari sugli sviluppi di tiro d’angolo. Dalla bandierina Emanuele serve una palla d’oro per la percussione del Re Leone che insacca da due passi. Flussiese 1 – Catalunya 2.

Chi di spada ferisce di spada perisce.
Ancora su azione d’angolo va di scena la replica dell’azione precedente ma questa volta gli attori sono Andrea (nel ruolo di battitore d’angolo) e Lelle (nel ruolo di goledor, ruolo che per capacità e potenzialità potrebbe ricoprire più spesso).
Flussiese 1 – Catalunya 3 e partita al sicuro.

A pochi minuti dalla fine ci pensa Francesco, sempre più a suo agio nel ruolo di castiga portieri, che trafigge il numero 1 avversario con poderoso stacco ed una prepotente incornata vicino al 7.

Il triplice fischio dell’arbitro sentenzia non tanto la fine del secondo tempo quanto l’inizio del terzo.
Prelibatezze di ogni genere accolgono atleti e tifosi al termine della partita. Nessuno si fa pregare anche perchè è educato dare segno di gradimento.

Rinfocillatisi a dovere, e mentre i genitori si intrattengono cordialmente con i gentili ospiti di Flussio, i ragazzi del Catalunya si appartano per scoprire se la ricomposizione molecolare è avvenuta come si deve in ogni parte anatomica. La censura vieta al cronista di raccontare le nefandezze di cui è stata fatta oggetto una “provocatoria” statua posta nel parco della struttura che ci ospitava.

Quindi non resta che dare appuntamento alla trasmissione di questa sera per vedere come i più grandi scienziati di fama mondiale possono spiegare e risolvere “il Mistero dei ragazzi extramolecolari”.

In realtà noi lo abbiamo già risolto: è semplicemente che sono dei ragazzi (non diciamogli bambini prima che si offendano).

Ed allora come dice Mariello Prapapappo, grande scienziato (ritratto nella foto) dell’istituto di ricerche “Colorado”: “Misteeeero Risolto”.