La bella (squadra) addormentata nel ….. a Maria Pia.
C’era una volta un Re e una Regina………….
La principessa si bucò la mano con un fuso; e cadde in un sonno profondo……………….
Oops scusate ma quella che vorrei narrarvi è un’altra storia………… anche se il tema principale e lo stesso: IL SONNO.
Alle 15:15 e dico alle 15:15 in pieno pomeriggio, mentre i ragazzi di ambo le squadre si preparavano ad entrare in campo, arrivò il custode il quale non si sa per cosa, non si sa per come, accese i fari del campo; il pubblico presente, tutto, si domandò: ma perché ?????????????
Ora con il senno di poi, sembra tutto chiaro…. il custode è un veggente……. aveva previsto che la partita fosse buia e spenta, e con l’accensione dei fari stava cercando fin dall’inizio di “illuminarla e rivitalizzarla”.
E così le squadre guidate dalla “luce”, entrarono in campo per cercare ognuna per proprio conto di portare a casa i 3 punti messi in palio per la classifica.
Il Catalunya si presentò con la maglia rosso-nero, con impressi i nuovi simboli, e l’Alghero in giallo-rosso, colore sociale della squadra di casa, che per fair-play fece indossare agli ospiti.
Fischio di inzio…… si comincia ma aimè si spensero i fari e le squadre vennero avvolte da un “buio ipnotico”, anche se erano le 15:30.
L’Alghero, mise subito in atto la propria strategia di “gioco” – non “gioco”, di attesa, proponendosi con una difesa molto alta, complice di molti fuorigioco fischiati ai nostri ragazzi.
Il Catalunya destabilizzato e incapace di condurre a pieno la partita provò pian piano a proporre i propri schemi in attacco, subito bloccati dai 3 “colossi” piazzati in difesa dal Mister dell’Alghero su tutti Sechi Riccardo vero castigatore delle punte del Catalunya.
Ma lo doccia fredda arrivò quasi al termine del 1° tempo, una semplice azione di attacco, proposta dalla squadra ospite si rivelò un vero e proprio tsunami: gran tiro verso l’angolo destro della porta, respinto dal portiere Mattia Urtis, che per ironia della sorte finì in area proprio tra i piedi dell’altra punta avversaria che senza pensarci due volte mirò all’angolo opposto e segnò la rete dell’uno a zero.
Fischio dell’arbitro per la fine del primo tempo e squadre negli spogliatoi.
Nella convinzione di uno sperato risveglio, tra gli spalti il pubblico numeroso attese l’entrata dei giocatori, che non tardarono ad arrivare.
Gli allenatori ognuno per la propria squadra diedero le ultime raccomandazioni e disposizioni, ma ancora i nostri ragazzi non si dimostrarono nelle condizioni psichico fisiche ottimali per recepire qualsiasi imput-loro proposto, si provò quindi a mischiare un po’ la formazione, proponendo una squadra fuori degli schemi, risultato: una più concretezza nella fase di attacco, ma nessuna rete.
E come disse un grande allenatore: chi no tira in porta non segna, ci portammo a casa una sconfitta!!
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