Alghero > Catalunya 2-0

Il maldestro tentativo di raccontare l’avventura sportiva dei ragazzi non può, per questa volta, che iniziare con una nota assolutamente personale del vostro cronista da quattro soldi.
Si può raccontare una partita di calcio semplicemente riportando una cronaca minuto per minuto delle azioni salienti; si può essere o atteggiarsi a profondi conoscitori delle dinamiche tecniche e tattiche che determinano lo svolgere della contesa sproloquiando sul perché come e quando di ogni pallone giocato; si può, infine, lasciarsi trasportare dal cuore e mettere semplicemente nero su bianco le emozioni che questa banda di “simpatiche canaglie” riesce sempre e comunque a regalarci.

Essendo un non amante della fredda cronaca e, dotato della più profonda insipienza su tattiche e tatticismi, incapace di qualsivoglia valutazione da esperto della materia calcio, mai come questa volta considero il ricorso alle ragioni del cuore il migliore aiuto per descrivere una partita dall’andamento e dal risultato assolutamente indecifrabile.

La partita in questione vede i bad boys del Catalunya affrontare i ragazzi dell’Alghero; una partita che è qualcosa di più di un derby cittadino perché condita dalla presenza nelle file “nemiche” di un buon numero di ex. In più da una parte c’è una squadra che veste un completo con i colori sociali del club più titolato al mondo, dall’altra gli avversari che portano su petto lo scudo del club più titolato in Sardegna.

Puntuale come un orologio che vale quanto il cronista, l’arbitro -dopo il classico saluto al pubblico- dà il via alla contesa.

Le prime fasi di gioco vedono una certa prevalenza nella manovra da parte della squadra di casa.
Sembra che i ragazzi di Mr. Ibba abbiano preso il completo che portano addosso più come un travestimento per Halloween che non come abbigliamento tecnico necessario per lo svolgimento di una partita di calcio.

Oltre che con giustificazioni motivazionali, il brutto avvio può essere raccontato tatticamente dall’atteggiamento e dalle urla del nostro mister che chiama in continuazione la linea difensiva a mantenersi più alta.
L’atteggiamento “remissivo” della linea arretrata porta inevitabilmente ad avere troppa distanza tra i reparti con una conseguente difficoltà del centrocampo a contrastare il palleggio avversario ed isolamento del reparto offensivo. Fabiano prova a tenere alto il pallone per far salire la squadra ma sembra una succulenta e sanguinolenta esca immersa in una vasca di squali; accerchiato ed attaccato dagli avversari non riesce a trovare i tempi per le sue aperture illuminanti.

La brutta partenza viene subito punita e, approfittando di una mezza occasione da posizione pressoché impossibile, l’Alghero segna la rete del vantaggio con il beneplacito della difesa rossonera.
Il gol subito mette ancor più pressione ai ragazzi. Aumenta la frenesia nelle giocate e pecca la precisione.

Piano piano, però, i richiami del mister fanno breccia nelle orecchie dei giocatori e con il passare dei minuti la partita si trasforma. Finalmente la linea difensiva si porta decisamente più avanti determinando l’innalzamento del baricentro della squadra ma anche una maggiore compattezza tra i reparti.
Con cuore e gambe i nostri beniamini mettono l’avversario alle corde. La squadra di casa riesce raramente e con difficoltà non a superare ma soltanto a raggiungere la linea di metà campo.

I difensori mettono la museruola agli aggressivi avversari, il centrocampo gestisce il pallone armando gli attaccanti che in tutti i modo provano ad abbattere il bunker difensivo. I ragazzi dell’Alghero hanno però un merito; sono come un pugile che, colpito ripetutamente ai fianchi dall’avversario, barcolla in maniera evidente ma non va al tappeto. I ragazzi del Catalunya invece continuano a colpire senza mai trovare il colpo del knockout.

Prima Fabiano e poi il capitano hanno l’occasionissima del pareggio presentandosi in solitudine davanti al portiere ma la sprecano perdendo il tempo della battuta. Poi è la volta di Ale Doneddu a fare il pelo alla traversa con una acrobatica girata al volo di sinistro dal limite dell’area di porta.
Le occasioni fioccano e la difesa dell’Alghero vive un momento di difficoltà e confusione sempre più evidente e contagioso. Ne fa le spese il direttore di gara che, dimenticatosi del fatto che le partite si svolgono su due tempi che hanno un’inizio ed una fine, fischia il termine del primo parziale di gioco con alcuni minuti di ritardo e solo dopo il richiamo delle panchine.

I ragazzi sono sotto nel punteggio ma è solo una considerazione numerica. Forse imprecisi, forse disordinati, sicuramente frenetici, hanno comunque messo in campo tutta la loro voglia, il loro orgoglio. Lo spirito di squadra, l’unità nella lotta contro le avversità e la sfortuna rendono comunque encomiabile il loro atteggiamento e la tribuna dei supporters non manca di far sentire il suo apprezzamento. C’è ancora un tempo da giocare e la speranza di un ribaltamento del risultato è fortemente giustificato dall’impegno dei ragazzi.

Il secondo tempo inizia quindi con i cuori palpitanti per il risultato negativo ma comunque stracolmi di giustificata speranza.

La trama del secondo tempo riprende il racconto da dove si era interrotto pochi minuti prima.
E’ ancora il Catalunya a fare la partita anche se l’Alghero è capace di sfruttare il recente riposo per organizzare una difesa un po’ più ordinata; di tanto in tanto mettono in moto anche qualche tentativo di ripartenza ma la difesa guidata dai centrali Matteo e Mauro controlla con sicurezza.

Tutto fa sembrare che, con il passare dei minuti, la pressione offensiva dell’attacco rossonero sia destinata a salire di intensità e raggiungere i livelli del primo tempo.
Intanto le occasioni gol continuano ad arrivare ma ancora una volta né Peghin né Doneddu sono premiati da un pochino di fortuna (che sarebbe assolutamente meritata).

Il gol e nell’aria e puntuale arriva… purtroppo!

La squadra combina un bel patatrac ed incassa quello che la Gialappa’s definirebbe come il “Gollonzo dell’anno”. Secondo mezzo tiro verso la porta e secondo gol.
Inutile descriverne la dinamica, è comunque necessario e giusto ricordare ai ragazzi che anche gli errori fanno parte del gioco, sono anzi parte fondamentale del processo di crescita. E allora, caduti nella polvere ci si rialza, si mette da parte l’errore e si riprende a dare come sempre il meglio di sé stessi negli allenamenti con la voglia di dimostrare le proprie capacità.

Lo scoramento dei ragazzi è evidente anche dalle tribune. Sicuro che debbano fare affidamento solo sui loro pregi correggendo i difetti, è anche certo che però anche un minimo di sfortuna in meno non guasterebbe.
Il mister prova a rianimarli ricorrendo ad uno schieramento a trazione fortemente anteriore con due punte centrali e due esterne, centrocampo a due e difesa a quattro con Tomhas che non disdegna di spingere sull’out destro.

Fabiano ha ancora l’occasione per riaprire la partita ma questa volta la sua conclusione mancina lascia una nuova tacca sul palo alla destra del portiere.
I ragazzi ci provano anche dalla distanza con Ale e con Andrea ma le conclusioni non sono vincenti.

L’Alghero con azioni di alleggerimento in contropiede mette alla prova la tenuta difensiva di uno schieramento decisamente sbilanciato in avanti ma Matteo Mauro Francesco, corroborati dalla presenza di Gabriele che randella come mai prima, concedono solo una conclusione dal limite che termina a lato con Kadija che tiene tutto sotto controllo.

Si arriva così al termine della partita con la vittoria dell’Alghero che si aggiudica la vittoria accompagnati dai giusti complimenti sempre riservati ai vincitori.

Al nostro team di mister il compito di valutare e spiegare la partita ed il suo andamento ai loro atleti per tutto ciò che riguarda gli aspetti puramente tecnici
A noi genitori-supporters, oltre il piacere di vivere grazie a loro emozioni sempre più intense e coinvolgenti, il dovere di sostenere questa magnifica banda di scalmanati che, al netto di inevitabili scaramucce tra ragazzi, dimostra sempre più voglia di diventare un vero gruppo di amici: sempre e comunque una vittoria.